21/09/2021
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    Accettazione

    Talvolta in cielo si aprono nubi fragorose, e la brina – un inizio come un altro – si fa calura. Sotto questo cielo duro un’assenza assume dimensioni titaniche – soprattutto nei paraggi -. C’è qualcosa che esplode sopra di noi; attanaglia gli alberi, cola nei fossi, impregna la terra. Qui l’aria può mancare da un momento all’altro. Ogni notte tutto precipita di sotto, restano appesi i lampioni, i cavi dell’elettricità, il gelo che morde ancora la mia schiena sudata e accaldata che ti viene incontro. Ogni notte riconosciamo la luce di quando arrivammo, le nubi violacee di un gas incombusto. Va bene, d’accordo, quest’angoscia manda sordi boati di pietra che crolla. Ma non abbiamo nulla da temere, nemmeno questa fine sarà qualcosa di personale.

    Da qui non si vede nulla.

    Siamo in fondo o in cima?

    Francesco Folletti

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