21/09/2021
    HomeAttualitàStudiamo... o stiamo solo sopravvivendo? La salute mentale degli studenti sotto pressione

    Studiamo... o stiamo solo sopravvivendo? La salute mentale degli studenti sotto pressione

    La vita universitaria è spesso raccontata come un periodo entusiasmante, pieno di scoperte, amicizie e crescita personale. Ma per molti studenti e studentesse, dietro a esami e crediti si nasconde una verità più scomoda: studiare oggi significa spesso anche sopravvivere.
    Secondo un recente sondaggio promosso dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, oltre il 60% degli studenti italiani ha vissuto almeno un episodio di ansia o stress cronico negli ultimi 12 mesi. A Siena, la situazione non è diversa: tra sessioni d’esame sempre più ravvicinate, difficoltà economiche e precarietà del futuro, cresce la sensazione di solitudine e insicurezza.
    “Io non ho problemi con lo studio in sé,” racconta Andrea, iscritto a Medicina. “Ma mi pesa il fatto di non avere tempo per respirare, per me stesso. È come se fossimo sempre in affanno.”
    Molti atenei, tra cui l’Università di Siena, hanno attivato sportelli di ascolto psicologico, ma la domanda è alta e spesso i tempi d’attesa lunghi. Inoltre, persiste un forte stigma sociale: chiedere aiuto viene ancora percepito da alcuni come un segno di debolezza.
    Eppure, normalizzare il disagio è il primo passo per affrontarlo. Iniziative studentesche come gruppi di auto-mutuo-aiuto, eventi di sensibilizzazione e laboratori sul benessere mentale stanno lentamente cambiando la narrativa, portando la salute psicologica al centro del discorso universitario.
    Studiare non dovrebbe significare annullarsi. Un’università sana è quella che si prende cura della mente, non solo del rendimento. E costruire una comunità accademica più umana e attenta passa anche da piccoli gesti quotidiani: ascoltare, condividere, prendersi una pausa senza sensi di colpa.
    Forse è tempo di chiederci: vogliamo solo formare laureati... o persone in grado di vivere bene?

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