Oggi Piazza del Campus ha incontrato per la prima volta UBES, una associazione studentesca nata nella facoltà di Economia nonché prima Society dell’Università di Siena e non solo.
Conosciamo meglio l’associazione attraverso Francesco, Sara e Serena, studenti della magistrale di Economia e membri del direttivo!
Prima di tutto presentiamo UBES…
Francesco: UBES, USiena Business & Economics Society, è una society completamente gestita e composta da studenti dell’Università di Siena che ad oggi conta ben 100 soci iscritti.
La nostra society è nata con lo scopo di colmare il gap che esiste tra il mondo del lavoro e il mondo universitario.
I nostri soci fondatori sono stati Alessandro Roscini, Gabriele Grandi e Francesco Di Bianco, tre studenti di economia, che hanno dato vita ad UBES nel marzo del 2016.
Lo scopo è l’accrescimento culturale del socio. Lo perseguiamo attraverso le nostre attività che sono per la maggior parte incontri, chiusi e aperti.
Quelli chiusi sono a cadenza settimanale e potremmo definirli “seminariali”. Infatti quattro soci si organizzano e scelgono un tema di attualità economica da approfondire, il tema successivamente verrà sviluppato, argomentato e presentato alla classe.
Gli incontri aperti, invece, prevedono la partecipazione di un ospite da aziende leader nel loro settore, tra le altre abbiamo ospitato Barilla, Fiat, Monte dei Paschi, P&G, IBM. L’obiettivo principale di questi incontri aperti è quello di avvicinare l’azienda allo studente. Questi partecipando ha la possibilità di avere un contatto reale con il mondo del lavoro, ma in maniera del tutto informale.
Inoltre, UBES organizza anche eventi chiusi con gli ospiti una volta al mese. Ma non solo…
Oltre agli incontri proponiamo anche altre attività formative come simulazioni di colloqui di lavoro di gruppo, collaborando con l’Ufficio Placement e visite guidate in azienda.
Sara: Ovviamente UBES è anche divertimento infatti organizziamo anche aperitivi e cene per favorire quello che noi chiamiamo il networking.
Perché è nata UBES?
Francesco: UBES è nata con un fine specifico: far sì che l’Università non sia solo un posto dove lo studente va in classe, segue la lezione, prende gli appunti, torna a casa, studia e dà l’esame. L’ idea che vogliamo portare avanti è quella di una facoltà capace di rendere possibile lo scambio continuo di idee attraverso le relazioni sociali tra studenti e la crescita culturale di ciascuno attraverso il lavoro di gruppo.
Serena: Infatti il nostro logo rappresenta tutto questo. Il simbolo di UBES è il lupo.
Il lupo è notoriamente un animale forte visto da solo, ma quando è in gruppo, nel branco, diventa ancora più forte, riuscendo a dare il meglio di sé. L’idea alla base è quella di favorire il gruppo che sia composto da studenti che crescono culturalmente proprio stando insieme.
Raccontateci di qualche tematica affrontata nel corso dei vostri eventi chiusi…
Sara: Il vantaggio sostanziale è soprattutto il momento di confronto tra noi. Chi organizza la presentazione ha l’opportunità di mettersi un po’ in gioco. Io ho fatto una presentazione sul welfare aziendale. All’inizio non nascondo di aver avuto un po’ di timore, ma superata l’ansia “da prestazione”, l’ho trovata una bellissima esperienza che mi ha fatto inserire ancora di più nel contesto associativo.
Serena: Io lo scorso marzo ho presentato un seminario sulla nuova via della seta con altri tre ragazzi. Ognuno ha approfondito un aspetto specifico. Io occupandomi di intermediari finanziari ho studiato l’aspetto bancario e la creazioni di un fondo preposto alla via della seta.
Francesco: La mia presentazione verteva sulla sharing economy: Wikipedia, Trip Advisor, Uber etc. L’obiettivo era cercare di approfondire e spiegare in maniera critica uno dei fenomeni economici più attuali del momento.
Rimanendo ai problemi economici…Come si finanzia UBES?
Serena: La nostra society per quanto riguarda i fondi si autofinanzia, non esiste una quota associativa. Noi ci finanziamo attraverso gli sponsor e grazie ad un’altra attività del tutto volontaria che facciamo: il trading game. Si tratta di una app che permette agli utenti di fare trading, un gioco vero e proprio che dura circa due/tre mesi.
In questo caso proponiamo una quota d’iscrizione minima della quale una metà verrà usata come premio per i vincitori, l’altra come tesoro dell’associazione, per il finanziamento dei numerosi eventi che proponiamo. Per quanto riguarda il rapporto con UNISI, inoltre, siamo molto appoggiati e i nostri incontri si tengono sempre nelle aule della nostra Università.
Qual è l’organizzazione interna di UBES?:
Sara: C’è un direttivo di cui noi tre facciamo parte e ogni membro del direttivo ha un proprio compito. Abbiamo un Presidente, un vice-Presidente, un tesoriere, chi si occupa del rapporto con l’Università, chi si occupa di postare i nostri eventi e i nostri contributi sui social, chi si occupa dei rapporti con gli sponsor e chi di trovare e contattare gli ospiti. Un bel lavoro di squadra!
Serena: Tuttavia, nonostante i ruoli specifici organizziamo gli eventi tutti insieme!
Francesco: Il lavoro di gruppo è fondamentale! Senza gruppo non c’è UBES!!
Spiegateci un po’ meglio cos’è una society:
Francesco: Una society è un’associazione che prende ispirazione dal modello anglosassone.
Tutto è nato perché uno dei fondatori, Alessandro Roscini, aveva avuto la possibilità di svolgere un’esperienza di studio in Australia e da lì, scoprendo un mondo accademico diverso, ha avuto quest’idea che ha poi esportato nella sua Università di appartenenza. Le attività che vengono svolte e la modalità, sono quelle del modello anglosassone.
Serena: Una society è in primis un’associazione apartitica che si basa sul modello anglosassone, quindi gli incontri avvengono tra le mura dell’Università, organizzati dagli studenti per gli studenti. Siamo, inoltre, la prima society presente in una Università pubblica italiana, le altre sono in Luiss e in Bocconi.
Collegandoci a questo, vorrei passare al grande dilemma per chi studia economia, soprattutto per chi termina la Triennale e progetta di iscriversi alla Magistrale: continuo in una pubblica o una privata?
Francesco: É vero le Università pubbliche potrebbero darti di meno a livello di placement, mentre quelle private garantiscono un rapporto ancor più diretto con il mondo del lavoro, ma è un’affermazione da prendere con le pinze…
Pensiamo un attimo alla nostra UNISI confrontandola con realtà accademiche private.
L’università privata che fa?
Spinge i suoi studenti perché facciano un periodo all’estero e ottengano uno stage in qualche azienda prestigiosa, forse in una privata sei più seguito in queste scelte, a volte anche costretto a farle. In molte università private il binomio ESTERO + STAGE è praticamente obbligatorio! Al contrario a Siena non sei obbligato a fare un periodo all’estero o a fare un tirocinio in un’azienda importante, ma le opportunità UNISI le offre, e in gran numero, basta solo coglierle!
Sara: Se facciamo parte di questa associazione è appunto perché sentiamo l’esigenza di volere di più. É vero che l università privata garantisce un collegamento ancor più diretto con il mondo del lavoro, ma è proprio quello che nel nostro piccolo stiamo cercando di fare noi di UBES con gli incontri che organizziamo.
Francesco: Siamo nati proprio constatando come associazioni di questo genere, che favorivano l’accesso al mondo del lavoro e una maggiore consapevolezza dello studente, esistessero già nelle università italiane private, e noi ci siamo detti: “E perché noi no?” “Facciamolo! ma GRATUITAMENTE!”.
Allora non resta che ricordare ai nostri lettori come fare a diventare i nuovi soci UBES:
Francesco: Non c’è nessun requisito se non quello di essere iscritto all’Università di Siena. Apriamo le iscrizioni in due periodi dell’anno, all’inizio di ogni semestre. Attualmente le iscrizioni sono aperte sino al 18 marzo e lo studente interessato a far parte dell’associazione deve solo inviare al nostro indirizzo e-mail una cover letter, con una presentazione di se stesso, i motivi che lo spingono a entrare in UBES e il contributo che potrà dare.
Ovviamente ai soci non è richiesto nessun impegno o dovere, se non la partecipazione, sempre limitatamente ai propri impegni!
Serena: L’iscrizione corredata di cover letter è stata pensata proprio perché, spesso nel mondo del lavoro, le aziende richiedono assieme al curriculum anche una cover letter. Può essere utile per lo studente iniziare a scrivere una cover letter prima di cercare un lavoro, in modo che la prima che scriva non sia quella che magari deciderà la sua carriera!
Grazie ragazzi! Continuate così e …buon lavoro!
Valeria Nitti