Il disagio su Facebook assume moltissime forme: la gente che mette le foto del libretto universitario, quelle che scrivono “lavora presso: modella” e l’unica sfilata che hanno fatto era alla sagra della porchetta, i bomber da strapazzo, i fanatici di figa e macchinoni, quelli che commentano le notizie delle pagine di informazione locali. C’è però una forma di disagio che tutti credevamo si sarebbe estinta nel giro di poco tempo e invece ancora perdura, inarrestabile: i casi umani che scrivono su Spotted.
La moda Spotted si è diffusa quattro o cinque anni fa, dilagando dalle università ai licei, alle città, ai paesini: se spotted significa letteralmente avvistato, le pagine con questo nome sono andate presto molto oltre la loro funzione iniziale di cercare gente avvistata in biblioteca o in fila a mensa, diventando strumento di gossip, pubblicità, scambio di informazioni, e perfino campagna elettorale (direi che durante le ultime elezioni studentesche ne abbiamo avuto prova). Come tutti i buoni strumenti usati molto, quindi, viene spesso usato male regalando agli ignari lettori che scorrono la bacheca di Facebook delle vere perle rare.
Ecco a voi, quindi, una breve e pratica guida ai peggiori fallimenti dell’evoluzione reperibili su Spotted: Unisi!
IL MORTO DI FICA
Come non iniziare da lui il nostro viaggio alla scoperta dei casi umani? Il morto di fica è sicuramente una delle categorie antropologiche che più infestano la pagina di Spotted. Si va dal classico personaggio che permette di portare la fortunata che metterà un misero like a sbocciare Belvedere su un’esclusiva terrazza in Piazza del Campo, a quello che scrive una dettagliata descrizione di se stesso come sosia di Brad Pitt (il quale, però, non ha avuto bisogno di Spotted per rimorchiare Angelina Jolie), fino a colui che butta lì casualmente delle dimensioni da Rocco Siffredi sperando che qualche poraccia abbocchi. In mezzo a loro, però, le mie più spiccate simpatie vanno a colui che, tentando di distinguersi dai propri simili, si finge un vero intellettuale: annoiato dall’offerta femminile con la quale ha avuto sin’ora a che fare scrive chiedendo di poter conoscere una donna con la quale, invece che fare del disgustoso e materialissimo sesso, poter parlare di Schopenauer, arte contemporanea e geopolitica davanti ad un buon Chianti. Spoiler: è una trappola.
LA GATTARA
Alla soglia dei trenta, la gattara non ha un fidanzato né nulla che si avvicini lontanamente al concetto. Esterna quindi su Spotted il proprio disagio e la propria solitudine, attribuiti naturalmente non al fatto che l’ultima volta che si è depilata le torri gemelle erano ancora in piedi, ma al fatto che tutti gli uomini appartengano alla categoria di cui sopra. Possibile che non ci sia nessuno interessato a farsi una bella chiacchierata, a guardare oltre le apparenze esteriori? Nessuno che voglia impegnarsi seriamente, conoscere la mamma, passare il sabato sera sul divano a guardare Amici?
Forse qualcuno dovrebbe spiegarle che cercare di avere una relazione senza prima farsi una sana scopata è un po’ come andare a fare un colloquio di lavoro e pretendere di diventare subito amministratore delegato: inutile e dannoso.
I PERVERTITI
Fuoriuscendo dalla categoria del morto di fica, il pervertito sfrutta Spotted per tentare di soddisfare le sue voglie che, nella migliore delle ipotesi, sconfinano nella parafilia. Periodicamente leggiamo ricerche disperate di schiavi, padrone, proposte di chat bollenti, per non dimenticare l’infinito contest per i piedini più belli di Siena. Ultime ma non meno importanti, le coppie che vanno alla ricerca del threesome.
Un po’ come per i tentativi di rimorchio ci chiediamo: avrà mai funzionato? Tutto lascia supporre di no.
I DEPRESSI
C’è anche chi utilizza Spotted per sfogare le proprie crisi esistenziali: si va dalla perdita della motivazione per gli esami universitari al lamento per gli amori perduti, dalla disperata ricerca di sostegno nei likes altrui a struggenti confessioni di solitudine. Dai messaggi del depresso medio emergono frustrazione, sconforto, tristezza, piccole punte di narcisismo o di melanconia; si raccontano a metà episodi di vita, aneddoti, oppure si spiattellano periodi incomprensibili di trenta parole senza nemmeno una virgola che Joyce levati proprio.
E’ leggendo queste grida d’aiuto che, ogni volta, il mio cuore si scalda e si accende in me il desiderio di trovarmi davanti il depresso di turno. Fargli un sorriso, mettergli una mano sulla spalla e, stringendola dolcemente, mormorare: “non ce ne frega un cazzo”.
Andando avanti, di personaggi ce ne sarebbero a bizzeffe: ci sono quelli che chiedono aiuto per gli esami, probabilmente perché la loro inettitudine sociale è tale da impedirgli di iscriversi agli appositi gruppi facebook di ogni facoltà, quelle che cercano estetisti, parrucchieri e manicure, gli sbirri che periodicamente tentano di camuffarsi e individuare qualche spacciatore abbastanza fesso da mettere like ad un post del tipo <<Ehi raga qualcuno ha dell’erba? XD XD>>.
Non dimentichiamo poi i geni che, dal 2011 a questa parte, non hanno ancora capito come funziona Spotted e continuano a inviare messaggi come quello sulla destra o, ancora meglio, a rendere pubbliche comunicazioni private con qualche altro fenomeno contattato tramite la pagina.
Insomma: tra domande inutili, osservazioni non richieste, inutili faide nord/sud e senesi/fuorisede che rispuntano come i funghi appena la stagione è propizia, per non parlare delle valanghe di messaggi di gente che si lamenta dei “tamburini” del Palio che a breve torneranno a sommergerci, Spotted è sicuramente l’ennesimo luogo virtuale nel quale possiamo facilmente renderci conto con una rapida occhiata che il darwinismo ha fallito e che, se c’è ancora qualcuno convinto che essere iscritto ad una facoltà universitaria sia sinonimo di un quoziente intellettivo almeno superiore al minimo, è il momento di toglierselo dalla testa.
È vero anche però che tutti noi, almeno una volta, abbiamo fatto ricorso a Spotted alla ricerca di qualcuno o di qualcosa: un po’ come Yahoo Answers ai suoi tempi è soltanto diventato famoso per il motivo sbagliato e, del resto, qualche informazione utile ogni tanto ce la potevi trovare. Non possiamo quindi concludere questo articolo se non con una delle domande più gettonate, più scottanti, più incalzanti che da sempre popola l’universo di Spotted e con esso le nostre bacheche: MA OGGI, C’È LA PIZZA A SANT’AGATA?