“Spesso il male di vivere ho incontrato”, diceva il celebre poeta ed ispiratore di didascalie per foto di Facebook, Eugenio Montale.
Al contrario di quanto suggerirebbe il più basilare senso comune o il tuo psicoterapeuta di fiducia, alle volte, la cosa migliore da fare quando si è giù di morale è crogiolarsi in questa tristezza fino al momento in cui non ci si riduce ad uno stato larvale di torpore e briciole di crackers. “Questo mi aiuterà a risolvere le cose in maniera attiva e partecipe, lucida e consapevole?”- mi potreste forse chiedere. “Ovviamente no”, risponderei senza indugio, carezzandovi la fronte. Ma non siamo certo venuti qui a proporre soluzioni valide, ma solo poetiche panacee. Dunque, quattro canzoni per accompagnare quei momenti così e così di cui è probabilmente costellata la vostra vita da quando avete scelto di fare l’università invece di seguire il vostro sogno di diventare divi del porno nel mercato asiatico.
- Unloveable degli Smiths
Sarebbe un errore imperdonabile non aprire questa classifica citando il Monarca incontrastato della Malinconia di stampo britannico, Morissey. Nonostante sia veramente difficile scegliere una canzone in particolare nella discografia degli Smiths vista la spiccata propensione del gruppo a rifiutare ogni singola forma di superficiale felicità, questo celebre brano contenuto nell’album The queen is dead del 1986 spicca in quanto già il titolo, che potremmo tradurre in “non amabile”, ci aiuta a capire che difficilmente troveremmo questa canzone suonata in una discoteca di Rimini. In questa canzone la cui leggerezza e spensieratezza non sono minimamente concepite, Morissey parla del sentirsi così diverso e così strano da non sentirsi nemmeno degno di essere amato. Il titolo del brano, tra l’altro, vale come codice sconto su Amazon nel caso in cui vogliate acquistare uno sgabello, così la corda ve la inviano in omaggio.
- Agosto, dei Perturbazione
Da ascoltare rigorosamente con l’arrivo della bella stagione per sentirsi ancora più esclusi dalla gioia degli altri, Agosto è una delle canzoni più famose della band torinese Perturbazione, un gruppo così ingiustamente sottovalutato e relegato al semi-anonimato che la sua stessa storia è evidentemente pervasa dall’avvilimento. Difficile rintracciare un’interpretazione univoca circa il testo (splendido, in ogni caso) del brano, ma che proprio in forza di questa sua vaghezza riesce a delineare con delicatezza squisita delle immagini oniriche, evocative e malleabili a ogni sfiga della vita. L’incipit della canzone, “Agosto è il mese più freddo dell’anno”se ascoltato un numero sufficiente di volte rimarrà inchiodato nei vostri neuroni vita natural durante, ammantando di immotivata malinconia un mese che fino a quel momento avevate associato al divertimento e alle vacanze.
- Messaggi a nessuno, Giorgio Canali, Rossofuoco.
Nel 2018 Giorgio Canali e Rossofuoco hanno partorito un album che non poteva non trovare spazio in un articolo dedicato all’apologia della mestizia, visto che si intitola “Undici canzoni di merda con la pioggia dentro” e quindi va da sè che sia una sorta di Hit Mania Dance in chiave suicidaria. La voce rauca e sporca del Canali nazionale prende forma nella sua solita atmosfera un po’ post-punk e miserabile, sudicia e da marciapiede che ha scavato le rughe su una delle facce più iconiche del rock italiano, la quale potremmo descrivere per chi non lo conoscesse come “il protagonista de Il vecchio e il mare che incontra l’eroina”. Messaggi a nessuno racconta di solitudine, rancore, rabbia, tabagismo ed errori che si ripetono. Carne e passione. Consigliata per metabolizzare delusioni brucianti.
- Lunedì, Salmo
L’unico rapper il cui nome è riuscito unire la musica dei giovani alle passioni ecclesiastiche degli ottantenni italiani, cioè Salmo, ha rilasciato nel 2018 il suo ultimo album, Playlist. La traccia di chiusura del disco, Lunedì, appunto, assume i contorni di una indagine introspettiva a tinte fosche che con riflesso pavloviano applicherete anche a voi stessi, donandovi senza riserve a un’ennesima notte passata insonne. Il brano, che eloquentemente si apre con il rombo di un tuono e una pioggia scrosciante, riesce perfettamente nel suo intento originario, ovvero instillare il germoglio della disperazione negli animi degli ascoltatori inermi. Da gustare preferibilmente durante il weekend per ricordarsi che il lunedì non è solo un giorno sul calendario, ma uno stato d’animo.