Ci siamo persi quel giorno,
allontanando i nostri sguardi
mano nella mano.
Tu, in silenzio
Io in assenza.
Fuggita da un tramonto al sapore di gelsomino,
sui muri sporchi di una città di provincia,
rimane il segno indelebile di una poesia senza memoria.
Foto scolorite appese ad un filo,
volti appassiti di una giovinezza sfiorita.
Lenzuola pulite, nella tua camera,
rosse come il sangue che si riversa dalle ferite.
Il ticchettio di un orologio scandisce ore,
minuti, secondi e io sono sempre immobile,
incapace di gravitare sulle situazioni.
Sdraiati sulla piuma
mi dicesti sottovoce: “Resta”.
Ma io ero già partita,
alla ricerca di un sogno senza memoria,
alla ricerca di una mia dimensione.
E se ci sarà un momento,
in cui ci incontreremo di nuovo,
balleremo insieme guancia a guancia.
Chiara Frisone