Capelli rossi, jeans, t-shirt, una chitarra classica e una loop station: così si presenta Ed Sheeran alle 21.00 spaccate sul palco dello Stadio Olimpico di Roma il 16 giugno 2019. È felice di essere in Italia, lo dice lui stesso. E non è l’unico a esserlo: anche la folla, che riempie parterre e tribune, è trepidante.
Quella del 16 giugno è la seconda tappa italiana del secondo tour di ➗ (Divide), ultimo album uscito il 3 marzo 2017.
Pochi secondi e si comincia. Il giovane cantante inglese decide di aprire il concerto con Castle on the hill. I fan cantano la canzone a squarciagola e la cosa non può che far piacere a Ed Sheeran che lascia, com’è sua abitudine, che alcuni pezzi del brano siano intonati dalla sola folla. Si inizia con una canzone che parla del ritorno a casa, dell’importanza dei luoghi in cui si è cresciuti, di quelle “strade che, conosciute più che bene, si ripercorrono a 90 km/h per tornare su quella collina da cui si guardava il sole tramontare”.
Dopo un altro brano di Divide (Eraser), Ed Sheeran inizia a cantare delle “labbra bianche” e del “viso pallido” della protagonista di The A Team, successo del primo album, ➕(Plus), scritto quando aveva solo 18 anni. Tutto lo stadio si accende grazie ai flash che ondeggiano seguendo la melodia. Dopo un mash-up tra Don’t e New Man, l’Olimpico si riempie delle note di Dive, brano tratto da ➗ e mai suonato in occasione del primo tour del disco.
Il concerto continua con i brani Bloodstream e I don’t care, canzone realizzata per il nuovo album, No. 6 Collaborations Project (in uscita il 12 luglio 2019), insieme a Justin Bieber. A questo punto Ed chiede a tutti di cantare il brano che sta per suonare “in modo più softly”, perché si tratta di una canzone dolcissima e delicata: l’atmosfera si colora con gli arpeggi di Tenerife Sea, a cui seguono Lego House, Kiss Me e Give me love. È lo stesso Ed Sheeran a spiegare di aver voluto includere nella sua performance anche brani tratti dal primo album (➕), visto che non c’erano state tappe italiane per il tour di quel disco.
Immancabilmente, ecco che viene suonata anche Galway Girl, riuscito esperimento tra rap e sonorità irlandesi, a cui segue un mash-up di Wayfaring Stranger e I see fire, colonna sonora del film de Lo Hobbit – La desolazione di Smaug.
A questo punto, a Ed Sheeran bastano i primi accordi per essere acclamato dai fan: la prossime canzoni in scaletta sono Thinking Out Loud e Photograph, due dei brani più amati e conosciuti dell’artista. Subito, tutti accendono i flash dei telefoni e nello stadio si crea un’atmosfera in armonia con le note di entrambe le canzoni, intonate da tutti. Stesso effetto si ha con Perfect, una delle canzoni più romantiche e melodiche (le cosiddette “ballads” inglesi) dell’ultimo album e, forse, anche dell’intero repertorio di Ed Sheeran. Per di più, c’è una piccola “chicca” per i fan italiani: l’artista canta l’ultimo ritornello in italiano, scatenando l’entusiasmo di tutti.
All’improvviso, Ed Sheeran lascia il palco per tornare con una maglia della nazionale italiana e bandiera tricolore. Il concerto continua: vengono ancora suonate Nancy Mulligan, canzone in cui il cantante racconta della storia d’amore tra i suoi nonni paterni, Sing, Shape of You e You Need Me, I Don’t Need You. Inutile dire che l’intero stadio continua a cantare a squarciagola e, per le canzoni più movimentati, a muoversi a ritmo di musica.
Insomma è valsa la pena “lottare” sul web per accaparrarsi i biglietti, fare ore di fila e perdere la voce dopo aver cantato tutta la sera? Decisamente sì. Tutti dovrebbero imparare qualcosa dal ragazzo con i capelli rossi, che, grazie alla sua genuinità, è arrivato dalla strada ai grandi stadi sparsi per il mondo. Soltanto con la sua chitarra e una loop station, che rende tutto ancor più suggestivo, Ed Sheeran riesce a incanalare le emozioni nei pochi accordi che costituiscono le sue canzoni e la sua musica supera le orecchie per andare a toccare ben altre corde.
Sicuramente sotto tutti quei tatuaggi colorati che dipingono il suo corpo, il cantante inglese nasconde anche un’anima colorata, un caleidoscopio di sensibilità ed emozioni, pronte a esplodere attraverso le note e le parole dei suoi brani.
Nicole Messinò